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Nella scuola italiana risale ad anni lontani la separazione fra la cultura scientifica e quella umanistica, universi paralleli che raramente si toccano e si contaminano. Troppo spesso ci si scusa reciprocamente, fra gli addetti ai due campi, come un vezzo di non capire nulla di scienza o di poesia, quasi vantandosi di questa incompetenza reciproca. Ancora adesso non è facile far incontrare e dialogare i docenti di "humanae litterae" con i colleghi di scienze: matematiche, fisiche o naturali che siano. È una sorpresa. In queste pagine di Piermaria Luigi Rossi, nelle quali il vulcanologo, viaggiatore avventuroso e indagatore attento dei fenomeni geologici più inquietanti e misteriosi, ci propone alcuni momenti della sua esperienza svelandoci, non senza qualche pudore, i sentimenti prima dei pensieri, suscitati dai favolosi spettacoli naturali in cui si è trovato immerso.